Maculopatia legata all'età
“Mi urge mettere sulle pagine ciò che ho accumulato nella mente perché il destino mi sta privando della vista.
Già faccio fatica a decifrare la mia scrittura sghemba e le righe ubriache, il tempo stringe. Sto costatando che ogni parola e ogni riga tende verso l’alto sempre di più…”
Il Pane Perduto
Vincitore Premio Strega 2021, Feltrinelli Editore
Edith Bruch
La macula è la parte centrale della retina, responsabile della visione distinta che ci consente la lettura, la guida della macchina e altre attività fondamentali nella vita di tutti i giorni.
Con l’età va incontro in alcune persone a processi degenerativi che inizialmente sono osservabili dall’oculista, controllando il fondo oculare, come chiazzette giallastre (DRUSEN).
Con il progredire della malattia e il coinvolgimento della parte centrale, la fovea, il paziente comincia a percepire dei cambiamenti della vista, diversi a seconda del tipo di maculopatia e dell’entità della lesione.
La zona di retina coinvolta è sempre e solo quella della macula, anche nelle forme più avanzate viene mantenuta la visione periferica e la capacità di orientarsi, vengono invece compromesse tutte le attività che necessitano di una vista più dettagliata, leggere il giornale, infilare l’ago, guidare la macchina etc.
L’età è il fattore di rischio principale, dopo i 60 anni l’incidenza della malattia aumenta notevolmente.
L’Italia e il Giappone sono i paesi che nel mondo hanno l’età media più avanzata e inevitabilmente questo tipo di patologia, in questi paesi, è più frequente.
Oltre all’età, altri fattori di rischio accertati sono:
PREDISPOSIZIONE GENETICA: la presenza di altre persone nell’ambito familiare con problemi di maculopatia aumenta il rischio della comparsa della malattia, sono stati proposti dei test genetici, ma a tutt’oggi non hanno dimostrato una validità nella clinica.
FUMO: è l’unico fattore acquisito, aumenta notevolmente le possibilità della maculopatia e la sua progressione, il rischio rimane anche dopo la sospensione del fumo.
ALTRI FATTORI: l’ipermetropia, la razza bianca, iridi chiare, una alimentazione non bilanciata sono stati chiamati in causa ma, ad oggi, non esistono evidenze sicure che svolgano un ruolo importante in questa malattia.
Se ne distinguono due diverse forme:
MACULOPATIA ATROFICA
È la forma più frequente, si caratterizza per una progressiva atrofia dei tessuti retinici, fino a quando non è coinvolta la regione foveale la sintomatologia è scarsa o nulla.
Il processo è lento, diverso nei due occhi, purtroppo l’unica terapia a disposizione è rappresentata da integratori alimentari (zinco, vitamina E, vitamina C, Omega 3, luteina) che in uno studio su numerosi soggetti in USA hanno dimostrato di rallentare l’evoluzione della malattia del 30%.
Nel momento in cui si sia realizzato un danno a carico della fovea con compromissione della vista si deve ricorrere agli ausili visivi per IPOVISIONE.
MACULOPATIA UMIDA
È la forma più aggressiva.
Come conseguenza di complessi meccanismi di carenza di ossigenazione si crea una circolazione anomala (NEOVASCOLARIZZAZIONE o MEMBRANA NEOVASCOLARE) sotto la retina a livello della coroide che presenta una struttura del circolo anomala, in quanto fa passare del liquido all’interno della retina, oppure si rompe creando una emorragia.
Se si forma del liquido il disturbo che riscontra il paziente è la VISIONE DEFORMATA, se è presente una emorragia si crea uno SCOTOMA.
Per le forme umide, negli ultimi anni, si ricorre alla TERAPIA INTRAVITREALE con farmaci anti VEGF (VASCULAR ENDOTHELIAL GROWTH FACTORS, fattori di crescita vascolare), analoghi a quelli che si usano nelle terapie per i tumori.
Le terapie non “guariscono”, nel senso che non rimuovono la causa, che è l’età avanzata, bloccano soltanto il singolo episodio e questo è il motivo per cui sono necessari continui controlli con visite ed esami strumentali.
Diagnostica
– VISITA OCULISTICA COMPLETA
– OCT
– FLUORANGIOGRAFIA
– ANGIOGRAFIA CON VERDE DI INDOCIANINA
– CAMPO VISIVO