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Laser

Laser

Con il termine LASER (abbreviazione di Light Amplification Stimulated Emission of Radiation) si intende una sorgente luminosa monocromatica, con una sola lunghezza d’onda, comunemente definita coerente.
Le emissioni laser possono essere altamente dannose sulla retina provocando lesioni irreversibili che, se colpiscono la fovea, determinano una riduzione notevole e irreversibile del visus.
A seconda della lunghezza d’onda e delle potenze utilizzate cambiano le interazioni con i tessuti oculari che possono essere utilizzate a scopo terapeutico.

Laser Retina

Il laser con lunghezza d’onda di 532 nm ha la capacità di creare delle piccole ustioni sul tessuto retinico, in questo modo si creano delle cicatrici che consolidano la retina periferica in cui si sono prodotte DEGENERAZIONI o ROTTURE che possono evolvere verso un distacco di retina, la cui soluzione è rappresentata dalla chirurgia.
Lo stesso tipo di laser può essere utilizzato nella retinopatia diabetica e nelle trombosi retiniche quando compaiono delle lesioni che possono provocare sanguinamenti con riduzione notevole del visus, non sempre riassorbibili, in questi casi il laser distrugge la zona dove si è formato un circolo anomalo.

Fluorangiografia di retinopatia diabetica trattata con Argon laser

Laser Glaucoma

Il trattamento più recente e moderno per quanto riguarda il GLAUCOMA PRIMARIO AD ANGOLO APERTO è l’S.L.T. (Selective Laser Trabeculoplasty).
Si effettua in anestesia topica, instillando un collirio; con una lente applicata sull’occhio si indirizza il raggio laser sul trabecolato, che è la struttura situata tra iride e cornea, attraverso il quale avviene il riassorbimento dell’umore acqueo e il cui funzionamento non ottimale è alla base dell’aumento della pressione oculare.
Il trattamento laser SLT è oggi considerato il primo approccio terapeutico al GLAUCOMA in alternativa alla terapia con colliri che abbassano la pressione oculare.
Si è dimostrato sicuro ed efficace, consentendo la normalizzazione del tono oculare nel 93% dei pazienti nei 36 mesi successivi.
La normalizzazione del tono oculare consente di evitare la terapia locale che implica l’istillazione ad orari fissi di colliri che hanno comunque effetti collaterali locali quali arrossamento, bruciore, fastidi e possono crearne anche a livello sistemico perché comunque in minima parte vengono assorbiti e passano in circolo, ad esempio i beta bloccanti, i farmaci più utilizzati, possono determinare bradicardia e difficoltà respiratorie in soggetti già a rischio per queste patologie.
Il trattamento si effettua nei 180 gradi superiori o inferiori e può essere ripetuto se l’obiettivo pressorio non viene raggiunto o nel tempo si perde l’efficacia del trattamento.

Iridotomia Yag Laser

Consiste nel creare dei fori nella parte periferica dell’iride nei pazienti in cui le strutture oculari si presentino con caratteristiche che li predispongono ad un aumento del tono oculare improvviso e con valori notevoli per un blocco dei meccanismi di riassorbimento dell’umore acqueo (GLAUCOMA ACUTO).
Si crea questa situazione quando l’angolo tra iride e cornea si presenta particolarmente ridotto; è questa una condizione rischiosa in quanto l’iride può andare a chiudere il trabecolato riducendo o addirittura annullando il processo di riassorbimento dell’umor acqueo, facendo aumentare in modo rapido e rilevante il tono oculare.
Il trattamento si effettua con il paziente seduto davanti allo strumento laser, viene appoggiata una lente sull’occhio dopo avere instillato un collirio anestetico, in questo modo si indirizza il raggio laser sull’ride creando uno o due fori che permettono all’umor acqueo di passare da dietro a davanti l’iride.
È necessaria una terapia topica con collirio antinfiammatorio nei gironi successivi al trattamento laser.

Fori sull’iride creati con YAG LASER

Capsulotomia Yag Laser

Durante l’intervento di cataratta viene rimosso il cristallino opacizzato mantenendo il guscio, la capsula, che lo contiene.
Questa struttura serve da supporto per la lente intraoculare artificiale che permette la riabilitazione funzionale del paziente.
Le pareti della capsula sono trasparenti e permettono il passaggio delle immagini in modo ottimale.
Talvolta, generalmente dopo 1-2 anni, ma può avvenire anche dopo qualche settimana, si può avere un processo di opacizzazione della capsula posteriore che crea la stessa sintomatologia della cataratta, annebbiamento, fastidio con la luce, difficoltà nella guida notturna, per tale motivo viene denominata cataratta secondaria.

Opacizzazione della capsula posteriore o CATARATTA SECONDARIA

Il ripristino della normale trasparenza si effettua con un trattamento laser.
Viene utilizzato lo YAG LASER, lo stesso che si utilizza per effettuare l’iridotomia; il trattamento si effettua in anestesia topica con l’uso di colliri dopo aver appoggiato una lente che permette di focalizzare il raggio laser sulla capsula posteriore.
Il paziente è posizionato seduto davanti allo strumento, vengono effettuati una serie di spot, dai 5 ai 20 che creano una apertura nella parte centrale della capsula ripristinando la trasparenza.